Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Un giovane scultore della Milano di fine Ottocento e un artista decisamente interessante, Enrico Butti è nato a Viggiù, in provincia di Varese, nel 1847. Proviene da una famiglia di lavoratori del marmo dove il “mestiere d’artista o d’artigiano” si tramanda da generazioni. Il padre Bernardo era un intagliatore mentre lo zio e il cugino erano scultori operanti rispettivamente in Piemonte e in America. Fin da giovanissimo Butti, per far fronte alle difficoltà economiche della famiglia, si dedica a tradurre in marmo opere di altri scultori, tra cui Francesco Barzaghi e Ugo Zannoni, acquisendo un’elevata abilità tecnica nel lavorare la materia. Trasferitosi a Milano per studiare all’Accademia di Brera, ne diventa ben presto docente dal 1893 al 1913 e tra i suoi allievi vi sono Michele Vedani e Giannino Castiglioni, entrambi presenti con differenti monumenti al Cimitero Monumentale. Un aggravamento delle sue condizioni di salute lo costringe, però, ad abbandonare l’insegnamento e a ritornare nel paese natale. Egli, tuttavia, non abbandona mai l’arte e negli ultimi quattro anni della sua vita comincia anche a dedicarsi alla pittura dipingendo con colori vivaci un certo numero di tele di carattere descrittivo e naturalistico, proprio come la sua scultura.
Enrico Butti scompare nel 1932 a 85 anni nella sua villa a Viggiù, il cui parco ospita, in accordo con l’ultimo desiderio dell’artista, un Museo a lui dedicato. Oggi nel Museo Butti è presente una gipsoteca con numerosi calchi in gesso e modelli originali delle sculture dell’artista da lui donati al comune di Viggiù nel 1926. Lascia, così, la sua arte in eredità all’intera comunità con l'esplicita condizione, però, di mantenere l'ordinamento da lui predisposto. La collezione odierna comprende 87 gessi ed alcuni dipinti della sua produzione più tarda.
Butti ha dominato la scena dell’arte lombarda per circa 50 anni e attraverso questo percorso tematico vogliamo rendergli omaggio, scoprendo le tracce del talento di questo indiscusso protagonista della scultura del suo tempo e osservando alcune testimonianze artistiche della sua intera produzione. Tra queste il Monumento Antonio Cremascoli e l’Edicola Besenzanica che attestano l’abilità dell’artista di raffigurare secondo un perfetto stile verista i soggetti scelti. Anche nel Monumento Macchi-Sommaruga e l’Edicola Airoldi Casati, Butti emerge come “artista di contrasti”: contrasti cromatici, di materiali e contasti nell’utilizzo di differenti linguaggi artistici messi efficacemente a confronto.
L.S.
Monumento Macchi Sommaruga - Edicola B di Levante Superiore, nicchia 76
scultore: Enrico Butti, anno 1908
Edicola Airoldi Casati - Riparto V, spazio 86
scultore: Enrico Butti, anno 1890
Monumento Cremascoli - Riparto V, spazio 119-120
scultore: Enrico Butti, anno 1895
Edicola Besenzanica - Riparto VI, spazio 127
architetto: Carlo Malgarini, scultore: Enrico Butti, anno 1912
Monumento Cavi Bussi - Necropoli, spazio 138
scultore: Enrico Butti, anno 1880
Monumento Borghi - Necropoli, spazio 142
scultore: Enrico Butti, anno 1884
Monumento Weill-Schott - Cinerario di Levante, spazio 150-153
scultore: Enrico Butti, anno 1904
Monumento Caglio Perego - Rialzato A di Ponente, spazio 58G-65G
scultore: Enrico Butti, anno 1892
Monumento Migliavacca Butti - Riparto IV, spazio 115
scultore: Enrico Butti, anno 1894
Edicola Airoldi Casati - Riparto V, spazio 86
scultore: Enrico Butti, anno 1890
Edicola Besenzanica - Riparto VI, spazio 127
architetto: Carlo Malgarini, scultore: Enrico Butti, anno 1912
Monumento Cavi Bussi - Necropoli, spazio 138
scultore: Enrico Butti, anno 1880
Monumento Weill-Schott - Cinerario di Levante, spazio 150-153
scultore: Enrico Butti, anno 1904
Monumento Migliavacca Butti - Riparto IV, spazio 115
scultore: Enrico Butti, anno 1894