Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Superate le ali porticate ai lati del Famedio, oltre l’ampio spazio denominato Emiciclo, sorge a levante la struttura oggi conosciuta come Civico Mausoleo Palanti. Il monumento funebre, realizzato in cemento e granito rosa di Baveno, appare come una struttura monolitica: su di un alto zoccolo, nel quale si apre l’accesso alla cripta, massicce colonne scanalate sorreggono un possente sarcofago. L’assoluta semplicità e austerità della struttura è animata dalla presenza di urne in bronzo e di enormi maniglie in rilievo, dalle scritte in latino e dal cancello d’ingresso alla cripta, decorato con gusto ancora decisamente Liberty.
L’edicola è stata progettata per sé e per la propria famiglia dall’architetto milanese Mario Palanti (1885-1978) che, dopo una prima formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera, si trasferì in Argentina, dove svolse la propria attività architettonica principalmente nella capitale Buenos Aires. Dopo un lungo contenzioso con il Comune di Milano, nel 1973 Mario Palanti rinuncia alla concessione dello spazio che, per le sue notevoli dimensioni, è stato messo a disposizione per la tumulazione di cittadini che si sono distinti nel proprio campo professionale. Oltre all’architetto Palanti e ai suoi familiari, nella cripta del Civico Mausoleo riposano numerosi personaggi illustri: il musicista e cantante Giovanni D’Anzi (1906-1974), che nel 1935 compose “O mia bela Madunina”; l’attore e conduttore televisivo Walter Chiari (1924-1991), pseudonimo di Walter Annicchiarico; la prima donna a ricoprire la carica di direttore della Pinacoteca di Brera, Fernanda Wittgens (1903-1957), e il suo successore Franco Russoli (1923-1977), che nel 1974 è al fianco di Giovanni Spadolini nell’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali. Accanto a essi riposa anche l’imprenditore in campo elettrico Hermann Einstein (1847-1902), padre del celebre fisico Albert.
C.Z.
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