Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
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Anna Del Bo Boffino nasce a Milano l’8 marzo 1925: una data emblematica per una donna che si è battuta incessantemente per l’emancipazione femminile.
a madre, operaia alla Pirelli, è stata per lei un modello pionieristico di affrancamento sociale, dedicando le sue ore serali allo studio delle lingue straniere. Anna cresce in un periodo storico, il ventennio fascista, dove il ruolo della donna è confinato all’interno delle mura domestiche e la sua missione è l’accudimento della famiglia. Prima ancora della fine del liceo classico, Anna ha già partecipato attivamente alla Resistenza come staffetta, consegnando messaggi ai partigiani nascosti. Dopo aver conseguito la laurea in filosofia (1948), sposa Giuseppe Del Bo, dirigente editoriale della Feltrinelli (dal quale assumerà il cognome nella firma dei suoi scritti) che la introdurrà al mondo dell’editoria. Con lui si trasferisce a Parigi e, nei primi anni ‘50, con largo anticipo rispetto alla tendenza nazionale, scrive per l’Unità nella sezione dedicata alle donne. Negli anni ‘60 si orienta su temi fino ad allora considerati superficiali, come i sentimenti e i rapporti personali.
Nel 1968 entra nella redazione della nuova rivista mensile “Due più. Noi due più i nostri figli” di Mondadori. Nei suoi articoli non solo affronta tematiche legate alla sessualità di coppia e alla contraccezione, argomenti considerati tabù, ma si spinge oltre, spiegando come affrontare l’educazione sessuale per i propri figli ed insegnando alle donne come raggiungere il proprio piacere. Anna si affida alla psicologia e alla psicoanalisi per approfondire questi campi, rivolgendosi soprattutto alle fasce meno elitarie e provando a dare supporto nella risoluzione degli ormai diffusi malesseri familiari.
Nel 1972 passa alla redazione del settimanale «Amica» della Rizzoli, dove cura la rubrica chiamata “Da donna a donna”, che diventa un punto di riferimento nel dibattito sulla condizione femminile in Italia, prendendo posizione su temi come la libertà sessuale, la contraccezione, il divorzio, l’aborto, la parità nel lavoro e la condivisione dei ruoli in famiglia.
Dal 1975 inizia la carriera politica, presentandosi come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano alle elezioni comunali di Milano; più volte denuncia pubblicamente i comportamenti dei suoi colleghi uomini che, ritenendola inferiore, non ascoltano i suoi interventi, o li considerano con superficialità.
al 1985 al 1997 presiede la Commissione consultiva sui temi della donna della Provincia di Milano e svolge un ruolo fondamentale nell’apertura dei consultori pubblici.
Nel corso degli anni pubblica numerosi romanzi sulla condizione e sull’identità della donna.
Viene insignita di varie onorificenze: nel 1986 diventa Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana; nel 1996 la Provincia di Milano le conferisce la medaglia alla “Riconoscenza”.
Muore a Milano il 5 marzo 1997; nel 2009 la Regione Lombardia, nell’ambito delle attribuzioni della “Rosa Camuna”, assegna ad Anna una speciale targa alla memoria. La Giunta di Palazzo Marino, su proposta della Camera del Lavoro di Milano, ha deciso di intitolarle un giardino adiacente a via Tolstoj, inaugurato il 6 giugno 2013.