Necropoli

Secondo l’antica denominazione greca, la Necropoli identifica la “città dei morti”: con questo nome presso il Monumentale si individua la zona ai lati e sul retro dell’Ossario Centrale destinata, come si legge nei documenti dell’epoca, prevalentemente alle “cappelle di famiglia”. Un’area prestigiosa, dove gli esponenti dei casati più agiati di Milano ambivano erigere le proprie ultime dimore nell'ottica di una strategia che visualizzava ed eternava, anche dopo la morte, l’importanza sociale e il primato delle alleanze commerciali  ed endogamiche tipiche della borghesia. Si susseguono quindi, una a fianco dell’altra, le edicole dei Turati, dei Borghi, dei Frua De Angeli, dei Bruni (tutti industriali tessili), degli editori Sonzogno degli industriali Borletti, Bernocchi e  Conti, per non citare che i nomi di alcune tra le famiglie più significative. La Necropoli è popolata da numerose architetture che ne fanno un “paesaggio costruito” di notevole interesse; gli stili architettonici si susseguono con una spiccata varietà, accostando ornati, materiali e strutture che attingono ai diversi momenti della storia e dell’arte, così da diventare quasi un campionario dell’inventiva eclettica tra Otto e Novecento.
A differenza degli altri Riparti del Cimitero, questo singolare spazio – simile a un misterioso labirinto - non è delineata da incroci perpendicolari, ma si conforma a ottagoni concentrici, ammettendo quindi le diagonali e gli incroci obliqui, opponendo gli spigoli e i cambiamenti di direzione alle fughe prospettiche illimitate, allungandosi in vie laterali e consentendo le vedute di scorcio. La Necropoli si conclude a settentrione in uno slargo che ospita l’edicola Chierichetti, audace opera di Adolfo Wildt, in rapporto prospettico con la solenne “torre” elicoidale innalzata da Alessandro Minali e Giannino Castiglioni per la famiglia di Antonio Bernocchi che si erge al centro dell’ottagono e segna la piazza, attorno a cui ruotano le strade, gli isolati e le costruzioni di questa vera e propria città in miniatura.
Le sepolture della Necropoli, a differenza di quelle degli altri Riparti, non adottano la distinzione fra spazi e numeri ma seguono una numerazione singola e progressiva.
Sul lato sinistro della scalinata d’ingresso all’Ossario vi è la tomba dell’attrice cinematografica e di teatro Dina Galli (1877-1951).