Tempio Crematorio

tempio crematorio

Al termine dell'asse principale del cimitero (625 metri dalla cancellata di ingresso) si trova il Tempio Crematorio che, sebbene non più in uso, costituisce una significativa testimonianza del positivismo ottocentesco e della sua fede nel valore della scienza.
La costruzione è dovuta alla generosità di Alberto Keller (1800-1874), noto industriale e commerciante nel settore della seta che aveva stanziato una cospicua somma affinché a Milano fosse introdotta la pratica della cremazione.
In base a studi maturati in seno all'Università di Padova e sostenuti dall'interessamento dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Keller voleva promuovere per “fini igienici e filantropici” la pratica della cremazione. Argomento assai difficile per quell’epoca in quanto si scontrava contro il dogma cattolico della “resurrezione della carne”. La sua introduzione all'interno del Monumentale fu considerata  come un segno di maturità e civiltà, riuscendo a conciliare la novità della scienza con le tradizioni più antiche, rafforzando il significato di luogo attento alle esigenze dei vari credo religiosi ma anche dei vari convincimenti ideologici.
Nel 1876 a due anni dalla morte di Alberto Keller, il Tempio Crematorio (regalato al Comune di Milano) veniva quindi inaugurato con una solenne cerimonia per la cremazione delle spoglie del defunto-donatore, commentata con grande risalto dai giornali dell'epoca. Di fatto, Milano fu la prima in Italia e tra le prime in Europa ad adottare la pratica crematoria, diventando quindi un modello, presto imitato da altre città ed altri paesi.

La struttura

Il luogo dove si effettuava la cremazione prende significativamente il nome di "tempio" e adotta lo stile dorico-greco per riallacciarsi alle tradizioni della classicità e recuperare la dignità degli antichi rituali di purificazione. L'edificio attuale costituisce il frutto di diversi ampliamenti e alterazioni che si sono succeduti nel corso degli anni.
La parte originaria (1875), dovuta a Carlo Maciachini, con l'apporto tecnico dell'ingegnere Celeste Clericetti, è costituita dal corpo centrale a base quadrata preceduto da un vestibolo a doppio emiciclo. Qui, nello spazio attorniato dalle colonne, avvennero le prime cremazioni collocando al centro un'ara in pietra entro cui agivano, invisibili, innumerevoli fiammelle a gas.
Nel 1896, perfezionati i sistemi di cremazione grazie all'opera del medico - scienziato Paolo Gorini, l'architetto Augusto Guidini ampliò l'edificio, aggiungendo verso il retro una nuova sala con quattro forni entro appositi comparti, stanze di servizio e ulteriori spazi per contenere i ricordi funebri.
Il vestibolo ospita negli intercolunni diverse urne cinerarie, arricchite da sculture e significative iscrizioni; in alto, di fronte all'entrata, una lapide ricorda alcune delle fasi edilizie, mentre il soffitto rivela parte della decorazione originaria, in uno stile dove il greco si fonde con colori ed elementi iconografici di gusto pompeiano.
La sala seguente, detta anche Tempio Centrale, fitta di piccoli loculi, onora, con un busto dello scultore Orazio Grossoni (1867-1952) collocato sopra il portale, la memoria del medico Malachia De Cristoforis, promotore della Società di Cremazione di Milano.
Ai lati della sala si aprono due piccole gallerie laterali, di cui quella a destra ospita un monumento a Fedele Sala caratterizzato da un'esplicita simbologia massonica.

I forni

Nella stanza per la cremazione le porte dei forni, in materiale refrattario, sono suddivise in formelle con fregi allusivi al tema. Sulla parete di entrata, in alto a sinistra, è murato il ricordo per il medico Paolo Gorini (1813-1881) con un’effigie in bronzo opera di Giuseppe Grandi (1843-1894) e un'intensa epigrafe che riassume il significato simbolico e civile di questo luogo: "AUSPICE SPLENDA / SU QUESTA ARA PURIFICATRICE / IL NOME IMMACOLATO / DI / PAOLO GORINI / FILOSOFO DELLA NATURA / CHE / RINNOVANDO IL SENNO ANTICO / RESTITUIVA / A SALUTE E DECORO DELLE GENTI / LA CREMAZIONE / MDCCCLXXXIII".