Edicola Gallieni

Edicola Gallieni


Edicola Gallieni

Scheda

Denominazione:
Edicola Gallieni
Posizione:
Riparto X, spazio 244
Autore:
Oreste Labò (scultore)
Data esecuzione:
1922

Il viale che separa i Riparti IX e X è caratterizzato da grandi e imponenti cappelle di famiglia, ad eccezione della graziosa edicola Gallieni, opera dello scultore Oreste Labò. Questa sepoltura, infatti, contraddistinta da una soluzione architettonica lontana da quelle tipiche dei cimiteri, presenta un basso basamento in sarizzo ricoperto di erba, dove gioca la figura lapidea di un bimbo che, allungando il braccio, fa cadere alcune sementi sul terreno. Sullo sfondo una bassa parete è decorata, ai lati, da due bassorilievi in marmo di Candoglia – realizzati sempre dallo stesso artista tra il 1909 e il 1912 - con la rappresentazione della semina a sinistra e del raccolto a destra. Fra le due lastre marmoree è posta l’epigrafe incisa nel sarizzo: “Per ogni lavoratore morto, Dio accende in cielo una stella, lampada eterna del firmamento”. Questi elementi rappresentano l’allegoria della rigenerazione mistica dell’anima dopo la morte e dell’inizio di una nuova vita.

Il concessionario della tomba è Francesco Gallieni (1871-1935), titolare degli Stabilimenti Meccanici Gallieni, Viganò & Marazza, con sede in via Tortona 16-18 a Milano, complesso industriale ora distrutto per fare posto a palazzi condominiali.

Proprio a fianco di questa non convenzionale cappella è posta l’edicola Broglia, anch’essa opera dell’artista piacentino Oreste Labò. La sua città natale, oltre ad avergli dedicato una via, ospita alcune sue sculture, come il busto di Angelo Genocchi (1817-1889), il monumento a Valente Faustini (1858-1922) nei Giardini Margherita e la statua di Felice Cavallotti (1842-1898) sotto il portico della Biblioteca Comunale. Al Cimitero Monumentale di Milano Labò è artefice anche dell’edicola Bolgé (Riparto VI, spazio 131).

 

M.A.
 

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