Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Rossana Rossanda è stata una pensatrice raffinata che ha avuto il merito di porre dubbi e interrogativi spesso illuminanti in un mondo cupamente diviso in due. Questa tensione tra pensiero critico e autocritica, tra le idee e il banco di prova della storia ha sempre animato la sua disamina della società così come le sue stesse convinzioni. A Milano si è formata negli anni degli studi universitari e della lotta partigiana ed è entrata a Palazzo Marino come consigliera comunale sul finire degli anni quaranta, ai tempi delle amministrazioni guidate da Antonio Greppi e Virgilio Ferrari. In quel periodo Rossana Rossanda ha inciso sulla scena intellettuale cittadina dirigendo, giovanissima, la Casa della Cultura, dove ha avuto l'occasione di frequentare i maggiori pensatori del suo tempo. E da Milano è partita la sua avventura parlamentare col PCI, di cui era dirigente. In questo ruolo ha cercato la difficile sintesi tra l'aspirazione alla libertà individuale e il socialismo reale, tra la guerra fredda e l'utopia studentesca. Una posizione scomoda costatale l'espulsione dal partito. Una rottura alla quale ha risposto con la fondazione de “il Manifesto”, testata che avrebbe diretto a lungo esprimendo grande capacità letteraria e stile giornalistico innovativo. Rossana Rossanda è il ritratto di una donna complessa, pragmatica e di grande onestà intellettuale. Una mentre lucida e attenta alla diversità delle esperienze, lontana da categorie ideologiche polarizzanti, come pure dalle trappole della memoria di cui lei stessa diffidava. Grazie al suo atteggiamento senza ipocrisie nei confronti di qualsiasi battaglia - dal partito alla società, dalle donne ai lavoratori - Milano la celebra oggi non come “la ragazza del secolo scorso”, bensì come esempio da seguire per affrontare con passione e disincanto i cambiamenti che ci aspettano.