Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
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Poco lontano dal fronte del Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale, troviamo il monumento dedicato alla memoria di Antonio Ascari e del figlio Alberto, legati dalla stessa passione e sfortunatamente anche dalla stessa sorte compiutasi, per entrambi, all’età di 37 anni.
Antonio Ascari (1888-1925), considerato uno dei pionieri delle corse automobilistiche d’inizio XX secolo, conquistò i primi successi a partire dal 1919, vincendo importanti gare di livello internazionale. Il pilota morì durante il Gran Premio di Francia presso l’autodromo di Linas-Montlhéry, il 26 luglio del 1925, all’apice della sua notorietà.
Il figlio Alberto Ascari (1918-1955) iniziò la sua carriera sulle piste nel 1940, come motociclista. Dal 1947 cambiò specialità e con la Scuderia Ferrari vinse per due volte il campionato del mondo di Formula Uno, nel 1952 e nel 1953, stabilendo numerosi record di velocità. Durante il Gran Premio di Monza, il 26 maggio del 1955, sbandò con il veicolo, capovolgendosi. Uscito dal mezzo con gravi ferite, Alberto Ascari morì sulla pista.
Il monumento in sarizzo è arricchito dalla presenza di due bassorilievi in bronzo. Sulla stele posteriore, collocata in una nicchia, è riconoscibile la scena della Deposizione, che vuole essere una trasposizione simbolica delle vittime di incidenti automobilistici. Sul basamento la rappresentazione di una gara negli anni Venti. Ai lati del monumento erano collocati i busti di Antonio e Alberto Ascari, sfortunatamente sottratti da ignoti nel 2016.
Il monumento progettato nel 1928 da Orazio Grossoni per ospitare le spoglie di Antonio Ascari, nel 1955 accolse anche il figlio Alberto. Michele Vedani eseguì il busto aggiuntivo. Gli autori del monumento sono ricordati per essere stati esponenti di spicco dello stile Liberty milanese e del Simbolismo italiano, entrambi molto prolifici all’interno del Cimitero.
Lo scultore Orazio Grossoni (1867-1952) fu allievo di Ambrogio Borghi (1848-1887) all’Accademia di Brera e in seguito si formò presso lo studio di Ernesto Bazzaro. È altresì ricordato per la sua specializzazione nell’arte funeraria all’inizio del Novecento che lo ha portato a realizzare molte opere al Cimitero Monumentale, in particolare il celebre complesso scultoreo che decora l’edicola Bocconi, realizzata tra il 1901 e il 1914. Dello scultore milanese si ricordano contributi per le Edicole Origgi (1904), Passardi (1920) e Sacchetti (1921) e per i Monumenti Candiani (1899), Bottelli (1907) e Baj-Macario (1919).
Michele Vedani (1874-1969), anch’egli scultore, fu attivo all’interno del Cimitero Monumentale fin dagli inizi della sua carriera. Formatosi presso l’Accademia di Brera, fu allievo di Enrico Butti (1847-1932). Vedani è autore di alcune delle opere più significative del Cimitero Monumentale, in particolare l’Edicola Bonelli (1907), l’Edicola Biraghi Cornalba (1908) e l’Edicola Branca (1912).
C.Z.
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
- Sulle Ali della Vittoria - Lo Sport al Monumentale