Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Percorrendo il viale centrale, l’asse verticale che originariamente separava in due sezioni perfettamente simmetriche lo spazio cimiteriale progettato da Carlo Maciachini, subito si incontra l’edicola della famiglia Frova. Sebbene ora sia in parte occultata dalle fronde degli alberi circostanti, la cappella funebre spicca per il notevole sviluppo in altezza: essa risulta composta da un primo blocco a base quadrata sormontato da un alto tamburo poligonale, sul quale si imposta una cupola assai slanciata. La superficie muraria è scandita dalla bicromia delle fasce marmoree; il fronte principale, poi, è impreziosito da mosaici a sfondo dorato riportanti il nome della famiglia con la figura di un angelo custode del sepolcro. All’interno dell’edicola è custodita una pittura ad affresco rappresentante una Pietà.
L’edicola viene eretta a seguito della scomparsa di Giuseppe Frova (1831-1887) su progetto dell’architetto Luca Beltrami (1854-1933), professore di Architettura all’Accademia di Brera e primo direttore dell'Ufficio per la conservazione dei monumenti lombardi. Il monumento della famiglia Frova è uno splendido esempio della corrente eclettica che riscuote grande fortuna nella Milano di fine Ottocento: la ricca profusione di dettagli decorativi e il coronamento a cupola testimoniano la grande maestria del Beltrami che, pur rifacendosi ad un gusto più prettamente classico, presenta riferimenti all’architettura paleocristiana e a quella romanica. L’affresco ivi custodito è, invece, opera di Mosè Bianchi (1840-1904), grande maestro del naturalismo lombardo, originario di Monza e studente a Brera, sotto la guida di Giuseppe Bertini.
C.Z.
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
- L'architettura dell'eternità