Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Al di là dell’Emiciclo, al centro del settore di ponente, si delinea con evidenza l’edicola della famiglia Dall’Ovo. Su un basamento in granito rosa di Baveno, sormontato da una base in marmo di Candoglia, poggiano tre figure femminili dall’eleganza classicheggiante anch’esse scolpite nel medesimo materiale. Al centro, la Meditazione sul dolore della morte è abbigliata all’antica, la lunga veste aderente le lascia scoperte le braccia; si porta la mano al viso, assorta. Le personificazioni del Dolore muto a sinistra e del Pianto a destra, sono accovacciate ai lati.
La realizzazione di questo monumento funebre familiare è stata commissionata dal dottor Mario Dall’Ovo (1869-1950), medico, a seguito della scomparsa del padre Ermenegildo, di origine bergamasca ma residente a Milano, avvenuta nell’ottobre del 1909. Dal 1912 riposa nell’edicola Dall’Ovo anche la madre di Mario, Celestina Belotti. Moglie di Ermenegildo dal 1869, sarta e modista stimata, Celestina, dapprima fidanzata del patriota garibaldino Francesco Nullo (1826-1863), aveva cucito gran parte delle camicie rosse dei soldati in partenza per la Spedizione dei Mille nel suo negozio di Bergamo, trasferito successivamente a Milano presso la Galleria Vittorio Emanuele II. La bottega di moda, gestita con il marito, è stata a lungo rinomata per eleganza e buongusto; specializzata in guanti Jouvin si contendeva la clientela più raffinata della città con l’altrettanto prestigiosa sartoria di Pietro Prandoni nella vicina Piazza San Fedele.
Il progetto originario della sepoltura Dall’Ovo, già definito nel 1910 e approvato definitivamente l’anno successivo, porta la firma di Luigi Secchi (1853-1921). Con quest’opera matura, lo scultore cremonese testimonia la sua abilità nel modellare le figure. Milanese di adozione, Secchi si è formato prima con Pietro Magni (1816-1877) e, studente dell’Accademia di Brera, sotto la guida di Francesco Barzaghi (1839-1892). Di Secchi a Milano si ricordano, ad esempio, il monumento a Giuseppe Parini in piazza Cordusio (1898) e il bassorilievo in marmo di Candoglia di Umberto I a cavallo, posizionato sulla Torre del Filarete, all’ingresso del Castello Sforzesco (1905).
M.C.
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
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