Ubicato in un angolo dell'edicola F superiore di Levante, il monumento Enzo Tortora (1928-1988) viene realizzato dall'architetto Ruggero Ercoli nel 1988.

Caratterizzato da una colonna in marmo che si rifà all'ordine composito dell'architettura romana, il monumento contiene le ceneri del celebre conduttore e autore televisivo e radiofonico. La colonna è interrotta a mezza altezza da uno scrigno cilindrico trasparente contenente la scatola in bronzo dorato ove sono collocate le ceneri di Tortora e su cui vi sono incise la data di nascita e di decesso del conduttore. Al di sotto sono riportate, scolpite nel marmo del pilastro, le parole "CHE NON SIA UN'ILLUSIONE" che, come spiegato dalla compagna di Tortora Francesca Scopelliti, furono tra le ultime pronunciate all'amico e autore Leonardo Sciascia al quale disse "spero che il mio sacrificio sia servito a questo paese e che la mia non sia solo un'illusione".

Considerato uno dei padri fondatori della televisione italiana, conduttore di programmi di successo come “Portobello” o “La Domenica Sportiva”, è anche divenuto, a causa di uno sfortunato caso di malagiustizia, un grande esempio di garantismo per la storia della giustizia italiana. Accusato ingiustamente di essere affiliato alla camorra sulla base di dichiarazioni false di un inquisito per mafia, nel 1983 venne arrestato e incarcerato.

A soli due anni dalla sua assoluzione e dalla ritrovata libertà, Enzo Tortora morì e decise di essere cremato con una copia del saggio di Alessandro Manzoni “Storia della colonna infame”, nel quale si racconta il processo che portò all’esecuzione di Giacomo Mora, accusato ingiustamente di essere untore. La casa di Mora, dopo l’esecuzione, venne rasa al suolo e al suo posto venne eretta una colonna. Forse fu proprio questa ad ispirare Ruggero Ercoli nell’edificazione del monumento dedicato ad Enzo Tortora.

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Questo Monumento è parte dei seguenti percorsi in evidenza:

- I Tesori Delle Gallerie
- Non al denaro non all'amore né al cielo