Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
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Lo scultore milanese Giannino Castiglioni (1884-1971), con l’opera per il monumento funebre della famiglia Rossi intitolata Onora il padre e la madre, affronta due importanti temi: l’iconografia dei coniugi distesi sul letto di morte e il principio giudaico-cristiano di “onorare i genitori”, presente nel quarto Comandamento tratto dal libro del Deuteronomio. L’artista ha saputo coniugare, in questa sepoltura, classicismo, ritorno alla tradizione e nuova figuratività.
L’originale composizione del letto nuziale, racchiuso dalla forma circolare del basamento in serpentino verde, richiama iconografie antiche e trae spunto dal loro potere espressivo. Si ricorda, infatti, il celebre Sarcofago degli Sposi datato 520-510 a.C., conservato al Museo del Louvre o, per rimanere in territorio lombardo e in epoca rinascimentale, il monumento funerario di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, realizzato da Cristoforo Solari nel 1497 e custodito nella Certosa di Pavia. Castiglioni ha impreziosito la composizione scultorea con l’inserimento di un putto a protezione dei consorti. Gli sposi sono realizzati in bronzo, mentre sulla base marmorea è inciso il comandamento “Onora il padre e la madre” che dà il titolo all’opera e allude al dovere del rispetto e della devozione dei figli verso i genitori.
Il monumento fu sicuramente fonte d’ispirazione per un’altra sepoltura presente nel Cimitero Monumentale, sia per l’aspetto iconografico che per quello stilistico: la tomba di Ilka Scarneo (in arte Nella Regini) e il suo consorte Giorgio Moroni, realizzata dallo scultore Riccardo Piter (1899-1976) nel 1965 (Circondante di ponente, sp. 208). In quest’opera, infatti, Piter ripropone il letto funereo su cui giacciono i due amanti, tenendosi per mano nell’eternità nuziale.
Nella sterminata produzione funeraria di Giannino Castiglioni all’interno del Cimitero Monumentale di Milano, troviamo, tra i capolavori più conosciuti, l’edicola di Antonio Bernocchi (1931-1936) con le 110 statue della Via Crucis, la Pietà dell’edicola Falck (1939-1942) e l’Ultima Cena dell’edicola di Davide Campari (1936-1939).
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
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