Monumento Fernanda Wittgens

Monumento Fernanda Wittgens


Monumento Fernanda Wittgens

Scheda

Denominazione:
Monumento Fernanda Wittgens
Posizione:
Riparto XII n. 234
Autore:
Giuseppe Enrini
Data esecuzione:
1958

La sepoltura progettata per Fernanda Wittgens, opera dello scultore Giuseppe Enrini (1899-1962), è costituita da una lastra in marmo di Candoglia che racchiude un delicato bassorilievo intitolato Angelo musicante. La figura alata, caratterizzata da linee scultoree semplici e asciutte, è rappresentata china sulla tastiera di un organo, immersa nell’atto di suonare lo strumento simbolo della connessione con il divino, richiamo al mondo celestiale e alla grandezza spirituale. Fernanda Wittgens (1903-1957) nacque da una modesta famiglia. Suo padre Adolfo, professore e traduttore, instillò nei figli l'amore per l'arte: la domenica, infatti, portava tutti e sei a visitare musei. Nel 1925 Fernanda si laureò in Lettere, scrisse alcuni libri scolastici e insegnò Storia dell'arte. Nel 1928 venne assunta alla Pinacoteca di Brera dove fece una brillante carriera: inizialmente operaia avventizia, divenne assistente del direttore e nel 1933 ispettrice. Nel 1940 vinse il concorso come direttrice e divenne la prima donna in Italia alla guida di un importante museo. Il suo contributo fu determinante per salvare dai bombardamenti e dalle razzie naziste tutte le opere contenute nella galleria di Brera, nel Museo Poldi Pezzoli e nella Quadreria dell'Ospedale Maggiore. Il suo impegno durante la guerra fu volto anche a salvare vite umane: con l’aiuto del cugino aiutò familiari, amici ed ebrei ad espatriare. Nel 1944, a causa della delazione di un ebreo tedesco collaborazionista, venne arrestata e condannata a 4 anni di prigione. Divenne in seguito pro-direttrice e commissaria per l'Accademia delle Belle Arti di Brera che si impegnò a ricostruire totalmente in quanto compromessa dai bombardamenti. Nel 1950 fu nominata Soprintendente alle Gallerie della Lombardia e in questa veste si occupò della ricostruzione del Museo teatrale alla Scala e del Poldi Pezzoli, oltre che del restauro del Cenacolo. Nel 1952 si adoperò affinché la Pietà Rondanini potesse giungere a Milano e, sempre nello stesso anno, fu premiata con una medaglia d'oro da parte dell'Unione della Comunità Ebraiche. Nel 2014 le furono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano. Morì nel 1957 a soli 54 anni. La sua camera ardente fu allestita davanti all'ingresso della Pinacoteca e vi partecipano migliaia di persone.
Giuseppe Enrini studiò presso l'accademia di Brera e perfezionò la sua tecnica di lavorazione del marmo alla scuola di Adolfo Wildt. Ha eseguito molte sculture funerarie, sia in marmo che in bronzo, nei cimiteri lombardi. Fra le sue opere più note al Cimitero Monumentale si ricorda la sepoltura per l’aviatrice Gaby Angelini, riparto XVII, giardino 202

K.C. e A.D.D

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