Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
In un angolo del Circondante di Levante, sorge maestoso un cedro centenario che sovrasta le sepolture circostanti.
Si tratta del Monumento Mezzi, opera dello scultore Eugenio Pellini che, al di là dell’originale cancelletto in ferro battuto (oggi sostituito da un cordolo in pietra), e delle due croci lapidee ruotate l’una verso l’altra, decide di inserire nell’opera l’elemento arboreo.
Fra le due croci, infatti, l’artista decide di porre un grande albero che, una volta cresciuto, avrebbe ombreggiato la sepoltura e avvolto in un abbraccio i defunti connettendoli fra loro e con il mondo circostante in un processo di continua trasformazione ed evoluzione.
Filippo Mezzi (1857-1950) fu un avvocato, consigliere comunale e dirigente al quale si devono le prime iniziative utili alla costruzione del nuovo Ospedale Niguarda.
Commissionò la costruzione della tomba di famiglia nel 1893 per la tumulazione delle salme della moglie e dei suoi genitori.
Esponente della Scapigliatura lombarda, Eugenio Pellini (1864-1934) studia all’Accademia di Belle Arti di Brera e trascorre parte della sua vita in viaggio tra Milano, Roma e Parigi.
Rientra a Milano nel 1893 dove si dedica completamente ad attività scultoree, lavorando ad alcune delle più note opere presenti al Monumentale (es. Monumento Baj Macario, Edicola Curci Gramitto Ricci).
Mette la firma sul Monumento Mezzi, che ingloba tutte le sfaccettature del Monumentale: quella di Cimitero, quella di museo e di parco.
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