Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Nel Riparto XIV è possibile individuare il monumento funebre intitolato “Avida Mors” dedicato alla giovane Jole Ranza, morta a soli 19 anni a causa di un'epidemia di influenza spagnola nel 1918. La famiglia, distrutta dal dolore per questa morte prematura, volle commissionare un’opera d’arte che potesse ricordare Jole Ranza per la sua bellezza e la sua giovinezza.
La giovine donna è raffigurata come una figura esile e sinuosa, le cui linee morbide restituiscono un senso di armonia e grazia. Il suo volto è sereno e pacato, con gli occhi chiusi e le labbra leggermente dischiuse, un’espressione che trasmette pace e solenne compostezza. La ragazza è rappresentata nuda e la texture levigata della sua pelle si contrappone all’articolato cesello bronzeo fitoforme dal quale affiora e nel quale si nasconde una figura scheletrica che, con un ghigno sul volto e una falce in mano, le ghermisce una spalla, impedendole la fuga.
Realizzata nel 1920 in bronzo da Domenico Pecora (nato nel 1884), la figura, scolpita con grande maestria, trasmette un senso di bellezza e di vita che contrasta il tema della morte contrapposizione sottolineata dall’epigrafe che recita “Forse beata sei, ma pur chi mira seco pensando, al tuo destin, sospira”.
Questo monumento è un capolavoro dell’arte funeraria grazie all’attenzione a dettagli quali la resa realistica dei capelli, dei volti o del fogliame che copre parzialmente il corpo della donna e la figura della Morte con la falce. La luce che illumina la scultura crea un gioco di chiaroscuri esaltando la bellezza dell’opera.
E.F.
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