Monumento Onnis Brusco

Monumento Onnis Brusco


Monumento Onnis Brusco

Scheda

Denominazione:
Monumento Onnis Brusco
Posizione:
Cinerario ponente, numero 4
Autore:
Medardo Rosso (scultore)
Data esecuzione:
1888

A ridosso del muro di cinta muraria, confine ultimo dell’originario progetto di Carlo Maciachini, si colloca il monumento in memoria di Onnis Vincenzo Brusco. Si tratta di una stele bronzea divisa in due sezioni, il cui basamento viene ornato dalla presenza di due urne cinerarie e una fiaccola, simbolo del ricordo dei defunti che, ancora, arde nonostante l’inesorabile scorrere del tempo. Le urne cinerarie, invece, riportano i nomi delle due sepolture ospitate: quella del fervente repubblicano Brusco e della figlia Carolina, morta a soli 23 anni.
Onnis Brusco, completati gli studi giuridici, intraprese la carriera nel contesto giornalistico. Unitosi alla spedizione dei Mille, non esitò a prenderne le distanze quando, a Talamone, si rese conto dell’assenza di reali intenti repubblicani e filo-mazziniani all’interno del programma garibaldino. Saranno questi intransigenti ideali, uniti alle accuse di istigazione alla rivolta, a costargli l’arresto negli anni Settanta dell’Ottocento.
La stele scultorea che lo ricorda è opera di uno degli artisti più innovativi del panorama otto-novecentesco: Medardo Rosso (1858-1928). Inviso fin da ragazzo all’ambiente accademico, Medardo, espulso da Brera, si avvicinerà al movimento della Scapigliatura, i cui temi tradiscono un rinnovato disagio del ceto intellettuale che non si riconosce più nei lavori della cultura positivista, desideroso di guardare alla realtà con spregiudicatezza. Il defunto viene ritratto con un approccio alla materia volto a cogliere l’impressione momentanea: lo stile dell’artista si assembla in geometrie fluide e sfuggenti, accogliendo nell’opera la vibrante gestualità dell’atto creativo. L’ambizione di Medardo Rosso, da sempre sensibile alla rappresentazione della figura umana, si rivolge alla ricerca del vero, ma, soprattutto, della luce e della possibilità di fissarla nell’opera, così come gli impressionisti facevano in pittura.

A.A.

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