Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
Pochi gradini e un basso parapetto in ferro battuto con i simboli della Passione, separano l’opera dall’osservatore. Il simulacro del Messia – scolpito da Michele Vedani nel 1921 per la famiglia Benni – mostra palesi rimandi al Cristo morto di Hans Holbein il Giovane: ne è prova la costrizione della salma nelle misure claustrofobiche della nicchia, ma anche il contrasto fra la rigidità degli arti inferiori e la cassa toracica ancora gonfia dell’ultimo respiro. Un ulteriore punto di tangenza può essere individuato nel silenzio “assordante” che avvolge il corpo del Redentore, ottenuto rifuggendo da qualsiasi cedimento narrativo. La lavorazione scabra delle superfici – tradizionalmente impiegata dall’artista per ammorbidire la volumetria delle sue figure – si riassorbe qui in un purismo di gusto novecentista, dando vita ad una profonda riflessione sul dramma della morte, inteso come “scandalo” della coscienza e del corpo.
Antonio Stefano Benni (1880-1945) – dopo aver esordito come giovane apprendista in quella che fu la piccola officina Marelli – ne assunse presto il ruolo di direttore amministrativo, grazie alle notevoli capacità dimostrate. Nel 1920, insieme ad Ercole Marelli e a Giovanni Agnelli, partecipò alla costituzione della FIMM (Fabbrica Italiana Magneti Marelli), di cui fu in seguito presidente. Impegnato in un’intensa attività sindacale e politica, divenne deputato, presidente di Confindustria e membro del Gran Consiglio del Fascismo. Nominato ministro delle Comunicazioni, Benni legò il suo nome all’elettrificazione della rete ferroviaria italiana. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’industriale – rifiutatosi di aderire alla Repubblica Sociale di Salò – si trasferì in Svizzera, dove morì all’età di sessantacinque anni.
Allievo di Enrico Butti a Brera, Michele Vedani (1874-1969) prese parte – al pari di altre personalità contemporanee – alla seducente cultura liberty, mostrando però una certa cautela nel proporre soluzioni innovative. Fra le realizzazioni di maggior rilievo, è doveroso menzionare il portale in cemento per la dimora dell’architetto Alfredo Campanini (Milano, via Bellini 11) e i soggetti allegorici che sorreggono i lampadari nel Casinò di San Pellegrino Terme, vivide testimonianze del soave edonismo e delle atmosfere mondane amate dalla società d’inizio Novecento. Lo scultore riposa al Monumentale nella sepoltura di famiglia, eretta nel 1932 in memoria della figlia Minuccia, scomparsa a soli ventiquattro anni (circondante ponente, spazio 717-718).
D.C.
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
- Le opere di Michele Vedani al Monumentale