Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
L’imponente edicola della famiglia Branca è facilmente individuale dal piazzale interno, nel settore di Levante, appena oltre le due fasce concentriche dell’Emiciclo caratterizzato da basse sepolture disposte a semicerchio. Su un doppio basamento in diorite nera d’Anzola e granito di Biella si erge, scolpito nel bronzo, un gruppo scultoreo intitolato Pietà: una tradizionale deposizione di Cristo dalla croce e un volo di angeli dolenti di impostazione fortemente verista.
Inizialmente commissionato da Maria Scala a seguito della scomparsa del marito Stefano Branca (1843-1891), questo monumento funebre andrà poi ad ospitare gran parte della famiglia dei noti industriali enologici, come testimoniano anche i ritratti applicati sulla base dell’opera. Qui riposa infatti anche il padre di Stefano, Bernardino Branca (1802-1886), farmacista autodidatta, speziale e inventore, nel 1845, del celeberrimo Fernet Branca, amaro tonico a base di erbe officinali creato originariamente come rimedio medicamentoso. Nello stesso anno venne fondata a Milano la società Fratelli Branca con la conseguente nascita del primo stabilimento cittadino, collocato in corso di Porta Nuova, grazie anche alla collaborazione dei tre figli di Bernardino: Luigi (1833-1886), Giuseppe (1837-1888) e appunto il minore Stefano. Da piccola realtà del capoluogo lombardo, la distilleria dei Branca, nel corso di un decennio perfezionò la sua produzione imponendosi anche sul mercato internazionale.
Una prima versione della sepoltura Branca era già stata realizzata da Ernesto Bazzaro (1859-1937) nel 1901 e rappresentava la salita di un’anima ai cieli. Ritenuta sconveniente per la presenza di una figura femminile dalle forme eccessivamente realistiche, nel 1908 venne rimossa dopo lunghe polemiche. Già dal 1905 lo scultore Vedani stava lavorando a una nuova variante del monumento funebre e il suo lavoro, ufficialmente approvato nel febbraio 1912, venne ben presto realizzato. L’opera scultorea di Michele Vedani (1874-1969), studente presso l’Accademia di Brera dal 1892, è spesso caratterizzata da una forte ispirazione verista; si veda, ad esempio, al Cimitero Monumentale il suo commovente monumento per la famiglia Biraghi Cornalba del 1908 (Riparto XI, numero 137/139).
La parte architettonica della sepoltura Branca, portata a termine nel 1913, è opera invece di Giuseppe Boni (1869-1936), architetto comasco attivo soprattutto a Milano e amante del linguaggio Liberty che, in coppia con lo scultore milanese Orazio Grossoni (1867-1952), è autore al Monumentale di numerose sepolture, tra cui l’edicola Bocconi (Riparto I, spazio 173).
M.C.
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