Edicola Giudici

Edicola Giudici


Edicola Giudici

Scheda

Denominazione:
Edicola Giudici
Posizione:
Riparto VII, spazio 190
Autore:
Paolo Mezzanotte (architetto)
Data esecuzione:
1904-1906

Affacciata sul viale che conduce alla vicina edicola Brambilla posta all’incrocio dei Riparti V, VI, VII e VIII, la sepoltura della famiglia Giudici si contraddistingue nel Riparto VII soprattutto per la grande varietà dei materiali utilizzati. La compatta e rigorosa struttura dell’edicola, in granito rosa di Baveno con inserti in serpentino d’Oira, rosso Levanto e labradorite verde della Valmalenco, è ingentilita dalla presenza di rami di alloro in bronzo dal garbo Liberty. Da notare il bel portale con un’aggraziata figura angelica che impreziosisce il fronte e, sopra di esso, la lunetta a mosaico dal fondo dorato dove un intreccio di rovi appassiti e rose rigogliose alludono al legame indissolubile tra vivi e morti. Qui un cartiglio recita infatti: “Rinverdiranno/rifioriranno/insieme/eternamente”.

La sepoltura fu commissionata per sé e per la sua famiglia da Luigi Giudici (1844-1913), residente a Milano ma originario del Canton Ticino, scomparso ad Arzo presso Mendrisio. Nel capoluogo lombardo, Giudici, era un commerciante e possedeva una fabbrica di stoffe e tessuti in via Santa Maria alla Porta. Morì celibe e senza figli, lasciando in eredità gran parte delle proprie risorse a istituzioni pubbliche cittadine, tra cui si ricorda soprattutto l’Ospedale Maggiore di Milano. Nelle Raccolte d’Arte dell’Ospedale è ancora oggi conservato un ritratto od olio postumo che lo celebra come benefattore, eseguito secondo le sue disposizioni testamentarie da Antonio Piatti (1875-1962).

Sul progetto originale dell’edicola, che porta come data di approvazione l’agosto del 1904, compare oltre alla firma del committente, anche quella del suo ideatore: l’architetto milanese Paolo Mezzanotte (1878-1969). Architetto e storico dell’architettura, docente al Politecnico di Milano, già affermato esponente in città della corrente Liberty, Mezzanotte aderisce ben presto al gruppo milanese di Novecento. Egli deve infatti la sua fama soprattutto alla realizzazione nel 1931 del Palazzo della Borsa Valori in Piazza Affari a Milano, oggi semplicemente conosciuto proprio come “Palazzo Mezzanotte”. Al Cimitero Monumentale si ricorda anche il monumento funebre da lui progettato tra il 1929 e il 1930, in collaborazione con lo scultore simbolista Romolo Del Bò (1870-1936), per Luigia e Antonietta Mezzanotte (Riparto III, giardino 213).


 

M.C.

 

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