Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
Entrata consentita fino a 30 minuti prima della chiusura
In un angolo del Riparto VI, affacciata sul primo dei vialetti che si dipartono alla destra del viale principale del Cimitero Monumentale, si trova l’edicola realizzata per Gaetano Casati, opera di fusione fra architettura e scultura. Cinque sarcofagi in marmo si compongono a piramide sopra a una struttura in granito serizzo. La parte scultorea in bronzo presenta delle aggraziate figure femminili panneggiate; esse simboleggiano Fede, Speranza, Carità e Riconoscenza. Queste allegorie sono accompagnate da decorazioni fitomorfe, tra le quali si distinguono girasoli, alberi da frutto, melograni e crisantemi, loro rispettivi attributi. In questo monumento funebre dai tratti Liberty riposa il medico chirurgo Gaetano Casati (1838-1897) con la propria famiglia; il padre Guglielmo (1798-1874) fu anch'egli medico, primario dell’Ospedale Maggiore di Milano. Sul sarcofago, alla sommità dell’edicola, un’epigrafe recita: “Medico illustre/ in vita onorò la scienza e la città/ morendo beneficò la sfortuna”. Filantropo e benefattore, Gaetano Casati, nominò infatti erede delle sue intere ricchezze l’Istituto dei Ciechi di Milano, operante in città dal 1840 e primo in Italia ad aver adottato nel 1864 l’alfabeto Braille, destinato ad assumere grande importanza nell'istruzione delle persone non vedenti. Grazie anche al suo importante lascito, la struttura nel 1892 poté trasferirsi in via Vivaio 7, ancora oggi sua sede, progettata dall'architetto Giuseppe Pirovano (1846-1923). La Presidenza dell’Istituto dei Ciechi volle onorare la memoria del proprio mecenate con un adeguato monumento funerario, indicendo nel 1900 un concorso. Il vincitore fu il milanese Gaetano Moretti (1860-1938), architetto e accademico. Diplomato nel 1883 professore di Disegno Architettonico all'Accademia di Brera sotto la direzione di Luca Beltrami (1854-1933), fu il primo preside della neonata facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1934. Al Monumentale si veda anche la sepoltura della famiglia Bandelli (Riparto X, spazio 246), realizzata da Moretti nel 1916, in cui egli ritorna a distanza di qualche anno sul tema dell’edicola-sarcofago, affrontato qui in maniera decisamente meno innovativa. La parte scultorea dell’edicola Casati viene invece assegnata al bergamasco Antonio Carminati (1859-1908), allievo di Enrico Butti (1847-1932) e di Odoardo Tabacchi (1831-1905), autore nel 1904 anche dell’angelo della morte in bronzo del monumento Carcano di Bregnano nello stesso Monumentale (Edicola D, ponente superiore, nicchia 179).
M.C.
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
- Un'eterna primavera
- Medici virtuosi e valorosi
- Primi passi nel Novecento
- Liberty
- Amare il Prossimo
- Il linguaggio segreto della bellezza