Orari
lunedì | da martedì a domenica |
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chiuso | 08:00 - 18:00 |
Ingresso libero
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All’inizio del riparto XVII si trova il monumento funebre di Bianca Bazzoni. L’opera, un trittico in bronzo inserito in una struttura di granito nero - eseguito dal marito della defunta, l’artista Alberto Bazzoni (1889-1973) - raffigura le Moire, personificazione del destino ineluttabile dell’uomo. Cloto, “la filatrice”, la più giovane delle tre sorelle, aveva - nel mito - il compito di svolgere e di filare lo stame della vita. Gli occhi chiusi e l’espressione sofferente trasmettono la concentrazione e l’impegno profusi nel suo delicato incarico. Làchesi, “ricevo in sorte”, era la sorella mediana, la quale, avvolgendo al fuso lo stame, stabiliva quanto filo spettasse in sorte a ogni uomo. Lo stame bianco misto a fili d'oro era usato dalla donna per indicare i giorni felici, mentre lo stame nero misto ai fili d'oro per indicare i giorni di sventura. Làchesi viene raffigurata da Bazzoni sorridente, espressione che suggerisce una prevalenza di momenti gioiosi nella vita della defunta Bianca. Infine, al centro, Atropo, “l'inflessibile”, la sorella maggiore. Le lunghe cesoie tenute in mano erano da lei usate per tagliare il filo della sorte, decretando la morte dell'uomo. Il suo volto è severo, la linea della bocca rigida. La mano alzata rappresenta l'inevitabile incontro con la morte, alla quale nemmeno gli déi potevano opporsi.
Alberto Bazzoni (1889-1973), artista vissuto a cavallo tra le due guerre, si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Parma. Si trasferisce a Milano dopo aver partecipato alla Prima Guerra mondiale. Qui realizza numerose opere in Stazione Centrale e, presso il Duomo, la statua di Sant'Agostino. Al Cimitero Monumentale l’opera di maggior rilievo è quella creata per la sepoltura della moglie Bianca.
A.U.
Questa Edicola è parte dei seguenti percorsi in evidenza:
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