Monumento Biraghi Cornalba

Monumento Biraghi Cornalba


Monumento Biraghi Cornalba

Scheda

Denominazione:
Monumento Biraghi Cornalba
Posizione:
Riparto XI, giardino 137-139
Autore:
Michele Vedani (scultore)
Data esecuzione:
1908

Ben visibile sul piazzale di incrocio tra i Riparti XI e XII, dove svetta l’edicola Chiesa, la sepoltura della famiglia Biraghi Cornalba si riconosce per la presenza di tre figure in bronzo posate su di un basamento in granito di Biella. Una bambina, elegantemente agghindata, sta per essere condotta ai cieli da un angelo e guarda disperata verso la madre, che assiste con dolore alla scena: le sue braccia sono abbandonate sul grembo, prive di forza. Sullo sfondo di questo addio, un mare in tempesta. Con gusto narrativo verista è qui messa in scena la tragica vicenda della piccola Jeanne, strappata per sempre all’affetto dei suoi cari da un implacabile angelo della morte.

La versione definitiva dell’opera si discosta solo leggermente dal progetto originario dell’artista, più convenzionale, in cui la figura di donna era inginocchiata e presentava le mani giunte in preghiera. Sulla quinta di sfondo, il tranquillo paesaggio marino con sole nascente è stato rimodellato in un turbinoso mare notturno.

I coniugi Biraghi Cornalba commissionano il monumento funebre per Giovannina, o Jeanne appunto, come viene riportato anche sull’epigrafe, la loro unica figlioletta morta nel novembre del 1907 alla tenera età di otto anni. Il padre della piccola, Giuseppe Biraghi (1858-1926), nativo di Chiaravalle (MI), è stato un ricco possidente discendente da un’antica famiglia di proprietari terrieri del milanese. Riposa anch’egli qui, insieme alla moglie Elvira Cornalba scomparsa precedentemente, nel 1909, poco più che quarantenne, a soli due anni di distanza dalla figlia.

Studente presso l’Accademia di Brera a Milano a partire dal 1892 e formatosi sotto la guida di Enrico Butti (1847-1932), Michele Vedani (1874-1969), è l’autore di questa intensa sepoltura. Al Cimitero Monumentale Vedani lascia svariati capolavori che testimoniano la sua abilità artistica; si vedano, tra gli altri, l’edicola Bonelli (Riparto IV, spazio 82) e l’edicola Branca (Riparto V, spazio 82) rispettivamente opere del 1907 e del 1912. Anche lo stesso scultore riposa al Monumentale nella sepoltura di famiglia, qui vegliato da una delicata e composta figura femminile, ritratto dell’amatissima figlia Erminia, da lui scolpito nel marmo di Candoglia nel 1932 (Circondante di ponente, giardino 717-718).

 

 

M.C.

 

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